Il prolungato isolamento forzato da COVID-19 ha portato alla luce in Italia una nuova tipologia di lavoro: lo smart working. E’ una modalità lavorativa che, anche grazie a una rete sempre più veloce e stabile oltre che ad app funzionali e dedicate, sta avendo una diffusione crescente. Spesso si pensa che smart working e lavoro da casa siano sinonimi, ma in realtà non è così: con smart working si intende una modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato caratterizzato dall’assenza di vincoli orari o spaziali e un’organizzazione per fasi, cicli e obiettivi. È quindi un nuovo modo di lavorare che pone al centro la produzione.
Lo smart working in Italia
Ma quanto è diffuso in Italia? Tralasciando il boom di questo periodo, stando agli ultimi dati Eurostat solo il 3,6% degli occupati lavora abitualmente in smart working: una percentuale che ci pone tra le ultime nazioni europee. Al primo posto l’Olanda, con il 14%.
Questo nuovo paradigma lavorativo è in forte crescita in tutto il mondo, e potrebbe prendere sempre più piede: affinché questo accada però serve una rete internet che offra prestazioni adeguate e servono app che garantiscano collegamenti veloci ed affidabili.
Le app per lo smart working
In questo momento la più utilizzata per meeting di lavoro e per restare in contatto con i colleghi con cui si seguono i progetti è Skype. Alcuni si affidano a Zoom, altri semplicemente a Whatsapp. Poi ci sono le app Google, con Hangouts Meet che permette videochiamate tra 250 persone contemporaneamente, a cui si aggiungono le funzionalità di Drive per la condivisione di documenti e video. O ancora, Sygma Connect che permette di collegarsi al proprio computer in azienda, controllando da casa ambienti Mac, Windows e Linux. Le possibilità tecnologiche per essere produttivi anche senza andare in ufficio ci sono tutte. E chissà che questa opportunità straordinaria, che ha permesso a tante persone di continuare a lavorare nonostante l’emergenza sanitaria, non diventi una consuetudine anche in tempi migliori.