Le difficoltà provocate dall’isolamento fisico del lockdown sono state attenuate dalla socialità virtuale: una connessione moderna è sempre più fondamentale

Il periodo di lockdown è stato una prova difficile per tutti, in Italia e nel resto del mondo. Quella che ci troviamo ad affrontare è la peggiore crisi dal Dopoguerra, come l’hanno definita gli analisti. Eppure, se una emergenza sanitaria di queste proporzioni fosse arrivata qualche anno fa, avrebbe avuto un impatto ancor più devastante. Immaginate cosa avrebbe provocato se non ci fosse stata la rete: nessuna possibilità di smart working o di didattica a distanza, nessuna videochiamata con amici e famigliari. Le difficoltà provocate dall’isolamento fisico sono state in parte attenuate dalla socialità virtuale, che in qualche modo ci ha permesso di andare avanti, di continuare a studiare, a socializzare e a volte anche di lavorare.

I dati parlano chiaro: dall’inizio della pandemia si è registrato un aumento del traffico dati su rete fissa fino al 70% in download e fino al 300% in upload. E nonostante la ripresa di molte attività, una fetta importante di persone continuerà a lavorare e studiare da remoto, e andando avanti la richiesta di connessione sarà in costante crescita.

Connessione: la situazione in Italia

Ma qual è la situazione in Italia? Il digital divide con il resto d’Europa è ancora alto: l’Italia infatti è al 24° posto tra i 28 Stati membri dell’UE nell’indice di digitalizzazione dell’economia e della società della Commissione Europea. Tuttavia grazie al lavoro di Open Fiber, l’operatore wholesale only che sta cablando in fibra FTTH l’Italia, stiamo recuperando terreno velocemente: infatti ad oggi siamo il Paese con il più alto tasso di crescita in Europa per unità immobiliari cablate in fibra ottica ultraveloce. In due anni Open Fiber ha collegato in totale 8,5 milioni di case e completerà il suo piano in tutte le Regioni entro il 2022, con l’eccezione di Piemonte, Lombardia e Veneto, dove lo concluderà nel 2023. 

Una Gigabit Society grazie ad Open Fiber

Anche l’Europa invita a investire sulla fibra e sulle connessione veloci, auspicando la nascita entro il 2025 di una vera Gigabit Society, una società realmente interconnessa, dove il piano digitale diventa una declinazione del quotidiano.

Per questo è fondamentale il lavoro di Open Fiber, perché la ripartenza del Paese dopo l’emergenza passerà anche dalle infrastrutture di rete di ultima generazione. Infrastrutture che devono arrivare a tutti: non solo nelle grandi città, ma anche nelle piccole comunità e nei borghi più remoti, che sono la ricchezza del nostro Paese. Andrea Falessi, Direttore delle Relazioni Esterne di Open Fiber, ha dichiarato che «per troppo tempo i mancati investimenti nelle infrastrutture di telecomunicazione hanno favorito il consolidarsi di un’Italia a due velocità. L’opportunità di essere connessi con prestazioni che rendano agevole l’utilizzo di tutti i servizi offerti, è percepita sempre più come un diritto».  

Il diritto di poter ripartire, e di farlo tutti alla stessa velocità, con l’unica tecnologia in grado di garantire una connessione a 1 Gigabit al secondo e di scongiurare il sovraccarico delle reti, perché predisposta a gestire volumi di traffico anche di molto superiori a quelli registrati durante il lockdown.

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