Dalla ricerca dell’Osservatorio Internet of Things del Politecnico di Milano emerge che a fare da traino sono i dispositivi per la sicurezza, gli smart speaker e gli elettrodomestici

Boom del mercato italiano della Smart Home, la casa connessa, che nel 2019 ha superato i 530 milioni di euro, con un incremento del 40% rispetto al 2018. Il trend di crescita è al livello di quello dei principali Paesi europei, anche se il divario da colmare è ancora ampio.

Smart home: l’importanza della fibra

Dalla ricerca dell’Osservatorio Internet of Things del Politecnico di Milano emerge che a fare da traino sono i dispositivi per la sicurezza, gli smart speaker e gli elettrodomestici. In crescita anche la vendita di caldaie, termostati e condizionatori, che beneficiano dell’integrazione con gli assistenti vocali e che consentono di aumentare risparmio energetico e comodità. 

Come ci spiega Paolo Perfetti, Chief Information Officer Open Fiber: «È un futuro di oggetti connessi, ed è un futuro in cui questi oggetti connessi potranno darci informazioni, potranno gestire delle informazioni, potranno attuare dei comandi in funzione delle informazioni. Però sostanzialmente quello che accomunerà tutto il sistema è la connessione, e questa connessione dev’essere ovviamente affidabile, di grandi performance e di basso ritardo. Oggi la fibra è lo strumento, la soluzione tecnica che meglio consente di garantire questa connettività». 

L’opera di Open Fiber

L’opera di Open Fiber, che sta cablando in fibra ottica l’Italia, da Nord a Sud, dai centri alle periferie, dalle città ai piccoli borghi, è fondamentale per consentire a tutto il Paese di accedere ai servizi innovativi offerti dall’Internet of Things.

Andrea Falessi, Responsabile relazioni esterne Open Fiber, descrive questa operazione: «Spesso cerchiamo di rappresentare gli effetti concreti di una moderna infrastruttura di telecomunicazioni. Lo facciamo nelle scuole, abbiamo connesso alcune scuole in aree estremamente periferiche e disagiate del Paese, e penso al quartiere Zen di Palermo, o ad altre scuole nel napoletano e abbiamo consentito ai professori di sviluppare una didattica anche più interessante, più coinvolgente per i ragazzi. Abbiamo scelto dei piccolissimi o dei piccoli centri, che probabilmente mai sarebbero stati considerati a questo fine, e abbiamo sviluppato progetti di smart thing. Ad esempio in una piccola cittadina, poco più di un paese, che è in Friuli, si chiama Gemona, ed è famosa per il terremoto del ‘76. Abbiamo molti di questi progetti, a cui teniamo molto e che son un po’ le prime vetrine nelle quali cerchiamo di far comprendere qual è il contributo reale di un’infrastruttura come questa».

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