La rete ultraveloce può essere la chiave per superare le disuguaglianze, per offrire nuove opportunità e nuovi servizi ai cittadini e per consentire anche ai piccoli centri di diventare parte attiva della rivoluzione digitale in corso. Il piano per connettere il Paese alla banda ultralarga è portato avanti da Open Fiber.
I numeri del progetto di open Fiber
Un progetto gigantesco, si può anche provarlo a descrivere in numeri: 271 città, le più grandi e importanti italiane, 7653 piccoli comuni, 800 persone che lavorano dentro questi edifici e nelle altre sedi che abbiamo in Italia ma soprattutto 12mila persone oggi, 15mila a regime, che lavorano nei cantieri. 6 miliardi e mezzo di euro di investimenti. Quello che è evidente è che stiamo parlando di un grande progetto sistemico per il Paese.
C’è una parte di questo grande progetto industriale che riguarda le aree metropolitane, c’è una parte che riguarda le cosiddette aree marginali, quelle che in termini tecnici vengono definite aree bianche. Il fatto di arrivare in aree in cui la connettività, e non solo, a volte anche la disponibilità di efficienti linee telefoniche, a volte la disponibilità di un buon segnale televisivo sono carenti.
Arrivare in queste aree con un’infrastruttura che consente tutto questo e molto di più perché la modernità e la digitalizzazione stanno determinando l’evoluzione di servizi che oggi non sono neanche immaginabili. Questo è uno degli elementi salienti del progetto.
La Strategia Nazionale per la banda ultralarga
Open Fiber, che si è aggiudicata tutti e tre i bandi Infratel, sta portando così a compimento la Strategia nazionale per la banda ultralarga. Il progetto si pone l’obiettivo di superare il digital divide che separa i piccoli borghi dalle grandi città, favorendo l’inclusione e contrastando il fenomeno dello spopolamento. Tantissimi i cantieri aperti al Sud, dove la fibra può rappresentare il volano di un riscatto sociale ed economico.
A L’Aquila il cantiere simbolo della rinascita
Cantiere simbolo della rinascita è L’Aquila, che a 10 anni dal terremoto è stata completamente cablata. L’unica maniera per accelerare un processo di ricostruzione economico che non passi attraverso la ricostruzione da capo di ogni singola infrastruttura è quella di diventare digitali e quindi di accelerare il processo di modernizzazione che è quello che tutto il mondo sta facendo.
In quest’ottica L’Aquila è uno dei casi che ha vissuto questo tipo di esperienza. Dopo la tragedia del terremoto sono successe tante cose all’Aquila. E’ uno dei posti che sono stati scelti per fare la sperimentazione del 5G in Italia è un posto dove noi stessi abbiamo aperto dei laboratori x poter fare formazione alle imprese che lavorano nel mondo delle comunicazioni. Ed è una delle città che abbiamo cablato per prima e quindi è una di quelle situazioni nelle quali si farà leva nella innovazione tecnologica per avere un percorso accelerato di ricostruzione non solo fisica ma anche economica e di tessuto sociale nella via più moderna che oggi si conosce.