La Nasa si prepara a lanciare la prima missione spaziale con equipaggio americano dopo il ritiro dello Shuttle, nel 2011. Negli ultimi 9 anni, per mandare astronauti in orbita, la Nasa si era dovuta appoggiare alle vecchie, ma efficienti Soyuz russe, che partono dal Kazakistan. Questa volta il decollo sarà da suolo americano, con il primo equipaggio di SpaceX, la società fondata da Elon Musk. Ecco perché l’evento del 27 maggio 2020, con la partenza degli astronauti Doug Hurley e Bob Behnken a bordo della capsula Crew Dragon dal Kennedy Space Center, in Florida, rappresenta una nuova pietra miliare dell’esplorazione umana dello spazio.
Una volta completata la missione, denominata Demo-2, i due astronauti torneranno sulla Terra con un ammaraggio nell’Oceano Atlantico al largo della costa orientale della Florida, proprio come succedeva con le missioni Apollo, per poi essere recuperati dalla nave appoggio di SpaceX, la Go Navigator.
NASA, SPACE X E BOEING
SpaceX è una delle due aziende finanziate dalla Nasa per far volare gli astronauti verso la Stazione Spaziale Internazionale. L’altra è Boeing, che sta sviluppando la propria astronave, chiamata Starliner, che nel suo primo volo di prova senza equipaggio non è riuscita ad arrivare a destinazione per problemi di software.
Secondo i piani della Nasa, se Demo-2 avrà successo, la seconda missione Crew Dragon potrebbe essere lanciata ad agosto o a settembre. Riuscire a riportare nello spazio propri astronauti dal suolo americano rappresenta un passo importante per la Nasa, che con il suo programma Artemis punta a un nuovo sbarco umano sulla Luna entro il 2024.
Un programma molto ambizioso, che mira non solo a un ritorno sul nostro satellite, ma anche a realizzare una stazione orbitale intorno alla Luna da utilizzare come trampolino di lancio verso un altro, storico traguardo: il primo sbarco di un essere umano su Marte.