Che il running abbia degli effetti benefici sulla salute è ampiamente noto. Ipertensione, iperlipidemia, diabete, obesità sono le patologie che più facilmente si possono contrastare con la “running therapy”. E ancora, come dimostrato dalla scienza, la corsa aiuta a credere di più nei propri mezzi, a porsi degli obiettivi sempre più sfidanti, aumenta l’autostima, le performance e la resilienza perché migliora alcune capacità del cervello quali concentrazione, multitasking, capacità decisionale, memoria e prevenzione dell’invecchiamento.
La resilienza del running
Ma il running è in grado di rendere i manager inoccupati maggiormente resilienti nel cercare un nuovo lavoro anziché arrendersi dopo i primi mesi di insuccessi? È questa la domanda alla quale vuole rispondere il progetto Resilienza, nato da una mia idea. Io, ex dirigente di una multinazionale farmaceutica, dopo 20 anni di lavoro mi sono sentito dire «non abbiamo più bisogno di te». Anziché abbattermi e chiedermi «in cosa ho sbagliato?», ho reagito, concentrando tutte le mie energie sul futuro.
Essendo un appassionato dello sport e da più di 15 anni un runner amatoriale, ho deciso di ampliare le mie competenze nel mondo dello sport e quindi mi sono iscritto al corso executive di “Management sportivo” che La Luiss Business School organizza in collaborazione con la Scuola dello Sport del Coni. Nell’ambito di questo corso è nato il progetto Resilienza, che sto sviluppando in partnership con la Fidal e Federmanager Roma, l’organizzazione dei dirigenti d’aziende romani.
Federmanager Roma è stata sempre attenta allo stato psicofisico dei propri soci ed ha aderito al progetto con molto entusiasmo ed interesse: «Il running se ben eseguito può rappresentare una vera e propria terapia – dichiara Giacomo Gargano, Presidente Federmanager Roma -. Non esistono ad oggi dati scientifici sulla correlazione tra running ed elevati livelli di autostima negli inoccupati. Riteniamo questo servizio una grande opportunità di interesse medico-scientifico e di recupero psicologico, a vantaggio di manager che hanno ricoperto ruoli decisionali importanti e che purtroppo si ritrovano inoccupati, il più delle volte anche in età avanzata».
Anche Fidal, da sempre impegnata in progetti di responsabilità sociale, si è subito attivata affinché il progetto prendesse forma ed il suo segretario generale Fabio Pagliara si occuperà dell’organizzazione tecnica mettendo a disposizione gli allenatori federali ed un nutrizionista. Il progetto prevede anche la collaborazione della Facoltà di Psicologia della Sapienza di Roma ed in particolare dei prof. Fabio Lucidi, Psicologia dello Sport e Laura Borgogni, Psicologia del Lavoro, i quali analizzeranno i profili psicologici dei manager e valuteranno se ci sarà stato un aumento di autostima al termine dello studio.
Al progetto Resilienza hanno aderito 46 manager, i quali si alleneranno per 6 mesi singolarmente ed in gruppo. Per ognuno dei 46 manager i tecnici Fidal prepareranno una tabella di allenamenti personalizzata in base alle loro caratteristiche fisiche ed il loro grado di attitudine verso il running. Le analisi psicologiche si svolgeranno prima dell’inizio degli allenamenti e dopo 6 mesi ossia al termine del progetto. L’obiettivo è quello di dare più fiducia ai manager inoccupati ed aiutarli a perseverare nella ricerca di un nuovo lavoro. I risultati? Il futuro lo dirà…
di Pasquale Papeo