Come la carta rappresenta un ottimo esempio di bioeconomia

Dal 5 al 9 novembre 2019 si è tenuta Ecomondo, la fiera europea più importante nel campo della green economy. Quasi 1300 aziende hanno animato gli oltre 129 mila metri quadrati del quartiere fieristico di Rimini, tutte con un solo obiettivo: ridurre le emissioni del 40% entro il 2030.

La bioeconomia

È la scienza economica che studia come ottimizzare al meglio le risorse biologiche fornite dal pianeta, è stata la protagonista dell’ultima edizione. Il “cuore biologico dell’economia circolare”, secondo John Bell, direttore della sezione di Bioeconomia della Commissione europea. Una gestione capace di riutilizzare in un ciclo quasi infinito ogni risorsa. Risparmio. riutilizzo, riciclo: queste le parole chiave per una circolarità perfetta.

La circolarità della carta

Ne “La Bioeconomia circolare nella filiera della carta”, conferenza organizzata dal comitato scientifico di Ecomondo, Comieco, Assocarta, Assografici e Unirima, introdotta da Giuseppe Scarascia Mugnozza dell’Università di Viterbo, si è parlato di come la carta sia un ottimo esempio di economia circolare.

Nell’ultimo anno sono state raccolte 3,4 milioni tonnellate di carta e cartone su tutto il territorio nazionale, pari a 56 kg per ogni abitante, in aumento del 4% rispetto al 2017.

La carta è un biomateriale che la filiera produttiva riesce a riciclare con un tasso di circolarità del 55%,che sale all’80% per quanto riguarda gli imballaggi, posizionando l’Italia al terzo posto in Europa. Questo è possibile grazie ai quasi 600 impianti di recupero e riciclo dove finiscono le raccolte di carta e cartone provenienti dai comuni italiani.

La raccolta della carta in Italia

“A fronte degli oltre 5,5 milioni di tonnellate di carta realizzate con carta da riciclare – ha spiegato Massimo Medugno DG Assocarta –, ogni anno vengono anche prodotte 300 mila tonnellate di scarti di riciclo, in un rapporto di 1:17, che andrebbero recuperate mediante termovalorizzazione”. In Italia su questo tema siamo ancora indietro: dei 49 inceneritori attivi solo due lavorano la carta, in Umbria e Lombardia, quest’ultimo non utilizzato in maniera costante.

Quello della termovalorizzazione è un tema molto combattuto. All’estero, in particolare in nord Europa, sono il fiore all’occhiello del settore: a Copenaghen hanno appena inaugurato un termovalorizzatore con pista da sci, parete da arrampicata e caffetteria annessi. Brucia 400 mila tonnellate di rifiuti e a quanto dicono produce solo vapore acqueo grazie a speciali filtri che trattengono qualsiasi altra impurità. In Italia la situazione è invece ferma a causa dell’assenza di un’agenda e dalla difficoltà di ottenere nuove autorizzazioni.

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