La viabilità si sposta in aria
Lo chiamano "low air space" e potrebbe diventare alquanto trafficato in un futuro non molto lontano. Stiamo parlando dello spazio aereo sottostante da quello su cui viaggiano i velivoli, un territorio ancora vergine dove si muoverebbero invece i droni adibiti al trasporto di persone e cose. Secondo lo studio "The Future of Vertical Mobility", nel 2025 saranno lanciati i servizi commercial idi mobilità verticale con droni elettrici. 10 anni dopo, nel 2035, il mercato mondiale della mobilità verticale sarà di circa 23 mila unità e genererà un valore di circa 32 miliardi di dollari nel trasporto delle persone.
I nostri cieli si popoleranno di droni teleguidati da autisti a distanza su cui viaggeranno i cittadini che intendono spostarsi con il minore tempo possibile da una parte all'altra della città. A questi si affiancherà una rete di mini droni capaci di creare un'affidabile rete 5G nel low air space, che a sua volta verrà sfruttata da altri droni in grado di consegnare pacchi e beni di prima necessità o di controllare le condizioni di traffico, localizzare o evitare incidenti stradali e così via.
A Dubai questo futuro è praticamente già presente. Dal 2019 sarà possibile vedere i primi velivoli in azione e nel 2020 i primi taxi volanti saranno operativi. Nel frattempo, la polizia dell'Emirato Arabo sta sperimentando le Hoverbike, le prime moto volanti a metà strada tra una bicicletta e un drone, si possono guidare come un quad e sono dotate di un computer di bordo che impedisce di perdere il controllo del mezzo e di andare troppo veloce o troppo in alto.
Anche l'Italia non è da meno. A Torino sono iniziati i primi test degli aeromobili a pilotaggio remoto per il controllo di alcune zone più a rischio di sicurezza che affiancheranno gli uomini in divisa operanti sul territorio. Perchè la rivoluzione non riguarderà solo la mobilità, ma anche le vite dei cittadini.