È stato inaugurato ad Amsterdam il 15 luglio il primo ponte in acciaio stampato in 3D. Il taglio del nastro, avvenuto alla presenza della regina dei Paesi Bassi Máxima, è stato fatto da un robot, per l’occasione armato di forbici.
Il ponte in acciaio: come è fatto
Il ponte è stato costruito con barre di acciaio inossidabile, per un peso complessivo di oltre 4 tonnellate. Ma la vera protagonista del processo è la macchina MX3D, che prende il nome dalla società olandese che l’ha messa a punto: si tratta di un robot industriale combinato con una saldatrice che permette al dispositivo di stampare a mezz’aria strutture di grandi dimensioni e di qualsiasi forma con materiali robusti come l’acciaio e la resina. Man mano che le sezioni del ponte in acciaio vengono ultimate la macchina prosegue il processo stendendo uno strato di metallo caldo e saldandolo ai rispettivi livelli. I robot-costruttori non hanno lavorato sul posto, come prevedeva il progetto originale, ma il ponte è stato stampato altrove per essere poi trasportato via barca e installato.
Una rete di sensori per raccogliere dati
Per capire come si comporterà il ponte in futuro, l’Alan Turing Institute e la società olandese Arup lo hanno dotato di una rete di sensori, in modo da raccogliere dati e tenere traccia delle sue condizioni. La struttura, infatti, non è stata costruita solo per mostrare le potenzialità della stampa 3D, ma fungerà anche da laboratorio per i ricercatori dell’Imperial College di Londra. Grazie ai dati raccolti dai sensori verrà creato un modello digitale del ponte, che permetterà di monitorare corrosione, vibrazioni, cambiamenti di carico ma anche dati ambientali come la qualità dell’aria e la temperatura. L’obiettivo è sfruttare questi dati per la progettazione di altri ponti o altri progetti di costruzioni ancora più complessi, e per individuare la necessità di manutenzione o interventi sulla struttura.