Tutto cambia, tutto si modernizza. Persino la vecchia pratica dell’autostop, tanto comune e alla moda negli anni della Grande Depressione.
Succede in Svizzera: nelle aree periferiche o rurali di diversi cantoni il trasporto pubblico non viaggia a ritmi frequenti e le amministrazioni hanno pensato di ottimizzare l’uso delle automobili con una sola persona a bordo per riportare in auge la pratica dell’autostop.
LE PANCHINE PER AUTOSTOPPISTI
È così che il pollice all’insù è stato sostituito da delle “semplici” panchine, segnalate in modo inconfondibile, per informare l’automobilista di passaggio che qualcuno non sta semplicemente riposandosi un po’, ma aspetta la cortesia di essere preso a bordo. Nel comune di Lugano, tra Cassarate e Brè, zona collinare, l’iniziativa è stata ufficializzata dopo sei mesi di prova con cinque panchine, ed è appena nata a Capriasca, comune limitrofo, con due.
Le sedute sono dipinte di colori accesi, come viola o giallo, oppure solo segnalate come “Mitfahrbänkli” che suona come “panchina per condividere una corsa”, come nel villaggio di Masein nei Grigioni, dove l’autostoppista può anche scegliere tra diverse destinazioni da esporre scegliendo da una serie di cartelli predisposti.
IL QR CODE E LE APP
Le panchine luganesi sono dotate anche di un QR Code che rimanda alla pagina web di Lugano, dove in quattro lingue si informano i turisti sull’iniziativa e sulle opportunità del territorio.
Nel cantone Lucerna, una app consente di condividere passaggi come molte altre, e sono prestabilite delle vere proprie fermate sulla strada. Taxito ha come payoff “You’ll never drive alone” (non guiderai più da solo). E, grazie a iniziative come questa, si è comprovato come le persone diventano più flessibili, facendo anche crescere l’uso del trasporto pubblico.
Nel luganese, un’altra app promuove il car pooling aziendale sui tragitti casa-lavoro, mettendo in primo piano la sostenibilità e la socialità. Il Ticino ha anche fatto partire una sperimentazione di corsia preferenziale per il car pooling (auto con almeno 3 persone a bordo) al valico di Brusata di Novazzano verso l’Italia, che con la Svizzera condivide non solo le frontiere, ma anche la necessità di rendere più efficienti e sostenibili i trasporti, sia individuali sia collettivi.