Pomodori, cetrioli, insalate e altri vegetali nello spazio. No non è la visione di un qualche film di fantascienza, ma una realtà. Il progetto Eden ISS, finanziato dal programma Horizon 2020 della Commissione europea, ha raggiunto già gli obiettivi prefissati. In una struttura isolata, posizionata in Antartide nelle immediate vicinanze della base tedesca Neumayer III, gli scienziati hanno già coltivato circa 280 kg di verdure.
PERCHÉ L’ANTARTIDE
La scelta di posizionare il container in Antartide non è casuale. Le condizioni estreme e l’isolamento sono simili alle condizioni che gli astronauti potrebbero incontrare sulla Luna e su altri corpi celesti. Un esperimento che ha dato, e continua a dare, risultati utili per avviare un programma più intenso.
L’ESPERIMENTO
Il progetto è coordinato da DLR, l’Agenzia Spaziale Tedesca, e tra i 13 membri del partenariato emerge il forte contributo italiano con la partecipazione del Cnr e di quattro aziende del nostro paese. Il container posizionato in Antartide ha circa 12,5 mq di superficie coltivabile. Il prossimo obiettivo è di progettare una struttura che possa avere 30 mq di superficie coltivabile. La struttura si compone di due container, al cui interno si trovano due serre chiuse ad ambiente controllato. La più grande – Future Exploiration Greenhouse – è una riproduzione della serra che si intende utilizzare per le basi extra-terrestri. La seconda serra “Rucola” (Rack like Unit for Consistent On-orbit Leafy crops Availability), più piccola, è studiata per garantire verdura fresca durante i viaggi spaziali in assenza di gravità.
Per la prima volta si è coltivata una quantità ingente di verdure e ortaggi al chiuso, senza usare terriccio e naturalmente la luce solare. Le piante vengono coltivate su scaffali, ognuno dei quali è dotato di luci LED per fornire l’illuminazione di cui hanno bisogno per crescere. I semi si sviluppano e mettono radici in vaschette nelle quali vengono pompate acqua e sostanze nutritive da un macchinario, mantenuto nel secondo ambiente del container. Un sistema di climatizzazione provvede invece a mantenere una temperatura costante e il giusto livello di umidità per favorire la crescita delle piante
Ma non è tutto, perché l’intero ciclo produttivo di queste serre è centrato sul riutilizzo delle risorse, perché nello spazio la produzione di alimenti si inserirà in un ciclo virtuoso di scambio tra umani e vegetali. Le piante producono alimenti e ossigeno consumando anidride carbonica, mentre gli astronauti consumano ossigeno e producono anidride carbonica oltre a mangiare i prodotti delle piante. Il particolare sistema di recupero dell’acqua, che viene costantemente riciclata, è fondamentale in un ambiente con scarsità di risorse. In sostanza, l’unica acqua che esce dalla serra è quella presente nel vegetale: il resto viene trattato e riutilizzato per le piante stesse.
L’esperimento prosegue ancora e sul sito del programma è possibile seguire l’evoluzione in diretta, giorno dopo giorno. Le tecnologie testate potranno avere impatto anche sulla Terra. Infatti il risparmio di risorse come l’acqua, e parliamo di una quantità considerevole. Ci sono poi i fertilizzanti che non vengono utilizzati per questo tipo di coltivazione, e poi i pesticidi. In un ambiente chiuso il contatto con i vari patogeni è nullo, quindi non c’è bisogno di utilizzare pesticidi, spesso dannosi per la salute.