L’era del 5G è alle porte, ma l’innovazione e la tecnologia non si fermano e guardano già oltre. La Cina ha iniziato a fare ricerca sul 6G già dal 2018 e l’Europa non è da meno: la Finlandia è il primo Paese al mondo ad avere finanziato una ricerca sulle reti mobili 6G. Il programma si chiama 6Genesis e sarà portato avanti dall’Università di Oulu.
Il progresso non si ferma e viaggia a velocità sempre più elevate: secondo gli operatori del settore il 5G dovrebbe essere tra le 100 e le 1000 volte più veloce rispetto al 4G LTE. Il 6G punta ad essere ancora più veloce, fino a infrangere la barriera del Tera al secondo, e raggiungibile da qualunque luogo, persino dagli abissi, dove invece il 5G non arriverà.
Ma se il 6G fa parte di un futuro ancora relativamente lontano, il 5G sta per diventare realtà. Gli analisti prevedono che entro il 2020 saranno connessi alla rete Internet 5G circa 50 miliardi di oggetti smart. E anche l’Italia, che paga un gap infrastrutturale notevole rispetto ad altri Paesi del mondo Occidentale, si sta muovendo per recuperare terreno.
Protagonista in questa corsa è Open Fiber, azienda giovane e dinamica nata nel dicembre del 2015 con l’obiettivo di portare la banda ultralarga su tutto il territorio italiano, anche nelle zone più penalizzate dal digital divide. Un piano di investimenti massiccio che mira a creare una rete in fibra ottica all’avanguardia e capillare, elemento indispensabile anche per lo sviluppo della rete 5G.
Proprio per questo motivo la tecnologia “Fiber To The Home”, ovvero la fibra fino casa che consente di ottenere il massimo delle performance con velocità di connessione fino a 1 Gigabit al secondo, rappresenta l’unico strumento adatto a dare un forte impulso alla digitalizzazione del Paese, e a guardare oltre. Perché no, anche al 6G.