HPV, la startup italiana Ulisse BioMed ha creato il kit per l’autoprelievo

Con LadyMed si può rilevare la presenza del Papilloma virus e scoprirne il genotipo senza esami invasivi

Il Papilloma virus, o HPV, è il virus responsabile di diversi tipi di tumori, in particolar modo di quello al collo dell’utero. La gran parte delle infezioni genitali da HPV retrocede spontaneamente, ma una minima quantità, se non curata, può svilupparsi adagio verso una forma tumorale. Il tumore del collo dell’utero è infatti quasi sempre legato alla presenza dell’HPV.

Il test per rilevare la presenza o meno del Papilloma virus è stato finora invasivo, a volte anche doloroso. Una startup ha però finalmente messo a punto un test non invasivo, un auto-prelievo che si può acquistare direttamente in farmacia: il suo nome è LadyMed. Ma andiamo per gradi. 

COS’È L’HPV?

L’HPV è un virus che provoca un’infezione molto diffusa: circa l’80% degli adulti sessualmente attivi contrae il virus almeno una volta nella vita. La maggior parte delle infezioni è completamente asintomatica. In genere non causa alcuna alterazione e si risolve da sola, scomparendo nel corso del tempo.

In una minoranza di casi, invece, il virus provoca delle lesioni a livello della cervice dell’utero, che per lo più guariscono spontaneamente. Una minima parte di esse però, se non curata, può progredire lentamente verso forme tumorali.

IL TEST CHE CAMBIA TUTTO

Oggi, grazie a un team di giovani ricercatori, è possibile fare un auto-prelievo perindividuare la presenza del virus e genotipizzarla, ovvero capire se il ceppo è maligno o benigno. Si compra il tampone in farmacia, si invia il test a una struttura altamente qualificata e poi si riceve l’esito su una piattaforma digitale. 

In questo modo si aiutano le donne che hanno paura del prelievo e in più si hanno risultati rapidi e accurati, grazie all’identificazione precisa del ceppo di virus presente nell’infezione. 

LadyMed, questo il nome del test, è stato messo a punto da un team di ricercatori tutti under 35 guidati da Bruna Marini e Rudy Ippodrino, ex studenti del corso di perfezionamento alla Scuola Normale Superiore di Pisa, che nel 2015 hanno creato la startup Ulisse BioMed nell’Area Science Park di Trieste. 

Qui il kit è stato sviluppato, ha ottenuto la validazione clinica collaborando con il Centro di Riferimento Oncologico di Aviano, l’Azienda Sanitaria Universitaria Integrata di Trieste e il Policlinico Universitario Campus Biomedico di Roma, e da poco è in commercio.

COME FUNZIONA LADYMED?

LadyMed è un semplice kit costituito da un tampone sterile per l’auto-prelievo e si acquista in farmacia oppure online. Dopo essersi registrata sulla piattaforma digitale, ogni donna può spedire il proprio tampone al Campus Biomedico di Roma

Qui viene analizzato con la chimica innovativa brevettata dal team di Ulisse BioMed con cui si genotipizza il virus. L’analisi con i risultati poi viene caricata sulla piattaforma e ciascuna potrà consultarlo e portarlo a proprio medico.

PERCHÉ È COSÌ IMPORTANTE LA GENOTIPIZZAZIONE?

Oltre ad essere il primo test di questo tipo acquistabile in farmacia, è anche il primo a eseguire la genotipizzazione su campioni autoprelevati di muco genitale. Alcuni ceppi del virus HPV sono più aggressivi di altri e avere informazioni sul genotipo presente nell’infezione è di estremo interesse sia per il ginecologo sia a livello epidemiologico. 

La raccolta di questi dati permetterà di fare passi avanti anche nello sviluppo di nuovi vaccini. “L’unione della diagnostica e della vaccinazione è la modalità più efficace di prevenire il tumore alla cervice uterina”, spiega la dottoressa Bruna Marini, insieme a Ippodrino, rispettivamente sviluppatrice del kit e co-founder di Ulisse BioMed.

LA SITUAZIONE ITALIANA

Il papilloma virus è uno dei più diffusi. Ne esistono circa 120 tipi e 14 sono causa di tumore. Il più frequente è il carcinoma del collo dell’utero. “Circa una donna 1 su 10 ha infezioni di HPV attive. – continua Marini – La maggior parte delle pazienti riesce a debellarle ma in altre invece l’infezione prosegue e può diventare pericolosa”. 

In Italia ogni anno si stimano oltre 2 mila casi di tumore alla cervice. “Grazie all’ottimo servizio di screening, si riesce ad intervenire prima che insorga il tumore vero e proprio e la donna si salva ma i dati legati alla mortalità sono importanti. Secondo l’Istat, nel 2015 i decessi per tumore alla cervice erano 435 l’anno solo in Italia. Stando ai dati dello IARC, a livello mondiale nel 2018 se il tumore viene rilevato ad uno stadio molto precoce si ha una sopravvivenza del 92%, se invece viene scoperto tardi, la sopravvivenza è appena del 17%” ha concluso Marini. 

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