Prime prove per la stampa 3D degli organi

Non solo case, oggetti e alimenti: anche organi e tessuti umani potranno essere stampati in 3D. Una innovazione che potrebbe rivoluzionare il settore sanitario e offrire nuove possibilità di cura. 

La stampante, che è in grado di replicare forma e consistenza dei diversi tessuti umani partendo dalla TAC o dalla Risonanza Magnetica di pazienti reali, è stata consegnata nei giorni scorsi a Firenze ai tecnici di Bio3Dmodel, fabbrica digitale dedicata al settore biomedicale.

La Digital Anatomy Printer è stata creata dalla società americana Stratasys, e quello arrivato in Italia è il primo modello disponibile in Europa. 

Opera con resine fotosensibili ed è in grado di utilizzare in un unico progetto più materiali, con colori e consistenze diversi, così da replicare in modo incredibilmente fedele un arto, un organo come il cuore, o persino un intero sistema vascolare. La stampante è abbinata a un software che analizza le immagini mediche e crea un modello tridimensionale dell’organo su cui si deve intervenire. 

Al momento gli utilizzi della stampa di tessuti umani in 3D sono principalmente tre: in primo luogo, riprodurre perfettamente l’organo malato di un paziente può diventare fondamentale per la sua guarigione perché consente ai chirurghi di allenarsi e prepararsi in sicurezza ad interventi particolarmente difficili. In secondo luogo, sarà di grande aiuto nella formazione degli studenti di chirurgia, che potranno esercitarsi su modelli realistici evitando il ricorso a cavie. Infine, un macchinario di questo tipo potrà replicare perfettamente una parte del corpo da utilizzare come protesi interna – come nel caso di un femore o un’anca – o addirittura esterna, come un arto amputato. E chissà che in un futuro più o meno lontano organi stampati in 3D non potranno sostituire quelli umani.

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